22 maggio 2014. È una data storica per la Casa scout Don Titino. Esattamente 10 anni fa l’associazione si aggiudicava l’asta, presso il tribunale di Como, per l’assegnazione della Baita Elisa, struttura abbandonata da tempo, nel cuore della Spina Verde. Iniziava così la difficile sfida per il suo acquisto: raccogliere 180 mila euro.

Il 21 giugno 2014 avveniva la cerimonia di benedizione e dedicazione della Casa, con la posa di un crocifisso lasciato da don Titino alla nipote Alessandra e da lei affidato all’associazione e il posizionamento di una targa ricordo realizzata dagli ex alunni del Caio Plinio.

Le origini. «L’idea di buttarsi in questa avventura – spiegava in quei giorni al Settimanale della Diocesi Alfredo Ronchetti, ex capo scout e allora presidente della neonata associazione (oggi guidata da Diego Butti) – é nata poco dopo la morte di don Titino, con il profilarsi di molte iniziative che avrebbero voluto farne memoria. Nel riflettere su un suo adeguato ricordo si è pensato alla pubblicazione di un libro, all’organizzazione di una mostra… Proposte interessanti che, però, ci è parso non ne rispecchiassero la storia di educatore, formatore e di prete attento al mondo dei giovani. Ci siamo dunque interrogati su come sarebbe stato possibile portare avanti, lungo quella traccia, il suo pensiero. Un’idea che potesse rimanere nel tempo ma non si limitasse ad un semplice valore commemorativo, come la classica targa. L’intuizione è stata allora quella di attivare un luogo di formazione scout, che fosse aperto al mondo dei giovani, alle parrocchie, alle famiglie. Cercando luoghi adatti sul territorio è stato casuale l’incontro con la Baita Elisa, struttura che da lì a poche settimane sarebbe stata messa all’asta. Un approdo che ci è subito sembrato ideale, sorgendo su un territorio in cui don Tito ha vissuto dal 1964, anno del suo arrivo a Prestino, al 2004, anno della sua partenza. Un sito immerso nel verde e facilmente raggiungibile dai “diversi angoli del capoluogo, anche da tutti e tre i gruppi scout comaschi. In tempi brevissimi abbiamo dunque dato vita all’associazione “Casa scout Don Titino” e, il giorno successivo alla sua costituzione, ci siamo presentati all’asta per l’acquisto. Uscendone, non senza sorpresa, vincitori…». «Il progetto che ha mosso questa operazione è ambizioso – prosegue Ronchetti -. Il cuore non sta nella casa in sé, quanto nel fine a cui sarà destinata. Un luogo per dare continuità ad un metodo e ad uno stile in cui don Tito ha creduto molto. Non una semplice operazione immobiliare, dunque, ma una sfida in cui l’immobile conta senza dubbio non poco, ma solo e soltanto in funzione di un’idea ben più alta. Lo stesso Don ci ricordava quanto fosse importante per lui individuare uno spazio fisico in cui trovarsi, parlare, confrontarsi. Non per lasciar trascorrere del tempo, quanto per progettarsi e progettare insieme. Scopo dell’associazione sarà proprio quello di promuovere attività scout e gestire la struttura, che potrà essere concessa a gruppi, oratori, famiglie per lo svolgimento di campi e attività. Sarà una struttura aperta, così come aperta sarà l’adesione all’associazione».

La S. Messa celebrata in Casa Scout lo scorso 19 maggio, per celebrare i dieci anni dell’associazione

I frutti. Un cammino che porterà frutto! La Casa scout inizierà ufficialmente la gestione dell’accoglienza nel settembre 2015 dopo i lavori di ristrutturazione. Da allora quasi 9 mila persone vi hanno pernottato almeno una notte. Quasi 1300 nel solo 2023! In parallelo all’accoglienza prosegue l’attività di autofinanziamento dell’associazione che porta, al 31 dicembre 2021, alla totale estinzione del debito. L’ex Baita Elisa diventa di completa proprietà della Casa scout Don Titino.

Accoglienza e solidarietà. Una storia che continua, con nuove avventure e nuovi progetti! L’ultimo guarda alla martoriata terra d’Ucraina e porta la data del 14 giugno. Quel giorno, guerra permettendo, la Casa scout Don Titino accoglierà trenta bambini e ragazzi, tra gli 11 e i 15 anni, provenienti da Kharkiv, città costantemente sottoposta ai bombardamenti dell’esercito russo.

Un’avventura nuova e straordinaria per l’associazione, che offrirà a questi ragazzi, almeno per due settimane, un ambiente più sicuro e tranquillo, lontano dagli echi del conflitto. La Casa Scout metterà a disposizione gli spazi, mentre l’associazione Frontiere di Pace sta gestendo i contatti con Kharkiv attraverso la referente suor Oleksia Mariia Pohranychna, superiora delle suore greco-cattoliche di San Giuseppe.I ragazzi arriveranno a Como dopo un lungo viaggio in pullman di 2800 chilometri. Per offrire loro due settimane (la permanenza prevista è fino al 28 giugno) di leggerezza e svago . Per conoscere la Casa scout e i suoi progetti entrate QUI.