Come ampiamente anticipato sul Settimanale domani, venerdì 17 maggio, al Cinema Astra di Como si terrà l’incontro  “Energia: condividerla, generarla…l’esperienza delle comunità energetiche rinnovabili”,promosso da Caritas diocesana, Pastorale Sociale del Lavoro, Acli Como, Cisl dei Laghi, Legambiente Como – in collaborazione con ènostra (il fornitore cooperativo nazionale di energia elettrica rinnovabile, sostenibile ed etica) e la partecipazione del Settimanale della Diocesi.

L’incontro in programma dalle 18.00 alle 20.00 sarà trasmesso in streaming sul canale Youtube del Settimanale.

Tra i protagonisti della serata del 17 maggio ci sarà la comunità pastorale di Brunate e Civiglio “Santi Apostoli”, fondatrice, con il Comune di Brunate, della “Comunità energetica rinnovabile Brunate” (Cer “Brunate”), prima esperienza in diocesi di comunità energetica con il diretto coinvolgimento di una parrocchia. Ad aiutarci a comprendere il significato di questo passo è lo stesso parroco don Alberto Fasola.

Don Alberto, che cos’è la Cer “Brunate” e perché la Comunità pastorale che tu guidi ha deciso di farne parte?
«La Cer “Brunate” è un’associazione promossa dal Comune di Brunate, dalla nostra Comunità pastorale e da Anpci (Associazione nazionale piccoli Comuni), a cui tutti i titolari di un contatore collegato alla “nostra” cabina primaria (Brunate, Como, Blevio, Torno e Faggeto) possono aderire, come produttori e/o consumatori di energia pulita da fonti rinnovabili. Perché abbiamo scelto di costituirla? Due ragioni su tutte: in primis la possibilità di risparmiare soldi sulla bolletta elettrica, la seconda: consentire che a beneficiare di questi risparmi siano anche famiglie a basso reddito, in un’ottica di vera e propria comunità solidale. Di fatto le comunità energetiche puntano alla promozione di un utilizzo consapevole dell’energia proveniente da fonti rinnovabili e a combattere la povertà energetica. Linee sulle quali ci siamo trovati in perfetta sintonia con l’Amministrazione comunale».

Materialmente come funziona una comunità energetica e chi può entrare a farne parte?
«La logica delle comunità energetiche è premiare l’autoconsumo e l’autonomia energetica. Per cui ad ogni comunità è riconosciuto, da parte dell’ente gestore dell’energia (Gse), un incentivo in base alla quantità di energia autoconsumata. L’ideale sarebbe di riuscire consumare, quotidianamente, la totalità di quanto prodotto».

In base a quali criteri gli incentivi vengono distribuiti tra i soci della comunità?
«I criteri di ripartizione dei ricavi economici della comunità fra i soci vengono stabiliti dallo statuto redatto al momento della costituzione della comunità energetica. Nel nostro caso ad ogni socio sono assegnati dei millesimi, sulla base dei quali è effettuata la redistribuzione. Chi dispone di un impianto fotovoltaico ha diritto ad una quota maggiore di millesimi, quindi i suoi ricavi saranno maggiori. Proprio perché il nostro scopo è anche solidale, abbiamo previsto l’assegnazione di un numero maggiore di millesimi anche a famiglie che, pur non disponendo di un impianto, abbiano un Isee basso. Inoltre, per i paesi con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti, com’è il caso di Brunate, la comunità energetica consente ai soci di accedere agli incentivi Pnrr (40% dell’investimento a fondo perduto) per l’installazione di nuovi impianti di produzione di energia da fondi rinnovabili».

La parrocchia di Brunate è attualmente titolare di un impianto fotovoltaico?
«Al momento no. A disporre di un impianto è il Comune di Brunate, che ha installato i pannelli sopra la scuola. Ma non è escluso che in futuro anche la nostra Comunità pastorale possa compiere questo passo. In base a delle verifiche, effettuate anche con il supporto della Soprintendenza, il tetto dell’oratorio potrebbe essere idoneo, per la sua esposizione al sole. Ma si tratta di un intervento al momento non necessario. L’impianto del Comune ha una capacità produttiva di 20 Kw/giorno, ed essendo solo due soci i nostri consumi sono ancora modesti».

Appurato che non è necessario essere titolari di un impianto, è necessario modificare il proprio fornitore di energia per entrare a far parte di una comunità energetica?
«Assolutamente no. Non è necessaria alcuna modifica all’impianto, si può restare legati al proprio fornitore di energia e si resta liberi di scegliere il fornitore più conveniente. L’unico vincolo, lo abbiamo accennato, riguarda l’essere collegato alla medesima cabina primaria (qui la mappa interattiva delle cabine primarie: www.gse.it/servizi-per-te/autoconsumo/mappa-interattiva-delle-cabine-primarie). Questo è il grande vantaggio: basta una firma, nient’altro».

Come si può aderire alla vostra comunità, e l’operazione ha un costo?
«L’adesione non ha alcun costo per i singoli soci. L’iscrizione può essere inserita sul sito Anpci dedicato alle comunità energetiche (www.cer-anpci.it/iscrizione)».

E se il mio contatore non fosse allacciato alla cabina primaria di cui fa parte il territorio di Brunate?
«Chiunque può fondare una comunità energetica, singolo cittadino o ente pubblico, ovunque si trovi, in base ai requisiti che ci siamo detti. Si tratta di una scelta etica e sostenibile, che rafforza i legami comunitari e conduce alla costruzione del bene comune».

Primo appuntamento, dunque, il 17 maggio, a Como. Per sapere di più: www.cer-anpci.it.