«Vorrei aiutarvi a dare un senso pieno a questo evento, che non è solo un ricordo di un evento storico, di cui anche questa volta abbiamo fatto memoria, ma che porta in sé sempre nuovi significati, nuove provocazioni, per rispondere coscientemente alle sfide del tempo presente». Queste le parole del cardinale Oscar al termine della Processione del Venerdì Santo con il SS. Crocifisso di Como, che ha visto la presenza di moltissimi fedeli, almeno 6mila per le vie della città.

«È oggi il tempo in cui Dio ci visita, anche se l’uomo si crede così autonomo da poterne fare a meno di Lui – ha proseguito il cardinale -. Crede di essere così libero da poter relegare Dio tra i ricordi del passato, o nel tempo nostalgico della propria infanzia, essendo egli oggi diventato maggiorenne. Dio, però, non si stanca, non abbandona i suoi figli amati a un cieco destino, non permette che si laceri il suo popolo, riducendosi a una massa anonima, senza un coinvolgimento profondo, responsabile e solidale da parte di tutti».

Il Vescovo ha poi sottolineato: «Non essere indifferente, ci ricorda ancora il Signore, ma assumiti le tue responsabilità nei confronti dei tuoi fratelli, del contesto sociale comunitario in cui vivi, che ha un volto, una storia, una missione. Sentiti coinvolto e usa le tue energie interiori e i doni di cui ti ho abbondantemente dotato per il bene comune. Accetta la differenza, essa è una ricchezza che manda avanti la storia». Clicca qui per il testo completo della riflessione.

Dopo la Processione il cardinale, in Duomo, ha presieduto l’azione liturgica nella Passione del Signore. «Sono quattro i protagonisti che accompagnano Gesù e si fanno testimoni della sua passione – ha detto il Vescovo Cantoni -: la folla, gli uomini di potere religiose civile, le donne, gli apostoli. Gesù non cerca il consenso della folla. Il cristianesimo non è alla ricerca delle folle che acconsentono e che applaudono. Essa deve piuttosto incontrare le persone per generare una sana inquietudine alle loro coscienze. Ci sono poi gli uomini del potere religioso e politico. Pronunciano su Gesù una condanna sommaria, perché ogni decisione era già stata presa. Il potere mistifica, manipola. Il vangelo ci ricorda di stare in guardia. A causa del potere lungo la storia altri cristiani, di secolo in secolo, sono stati e vengono sacrificati. Le donne che accompagnano il Signore lungo la sua via crucis sono il personaggio più bello della passione: sono al posto giusto nel momento giusto. Esse simboleggiano la Chiesa che sa stare nella sofferenza, che condivide le fatiche, il dolore degli uomini. Una Chiesa che sa attendere la luce nelle tenebre. Poi ci sono gli Apostoli. Essi si sentono scombussolati dagli avvenimenti. Sono desolati e perplessi perché non capiscono più, non riconoscono più il Maestro che essi avevano seguito, pensandolo un messia diverso. E noi siamo simili ad essi quando la fede ci induce ad andare al di là di quello che avremmo voluto, oltre i limiti delle nostre certezze, oltre le nostre visioni». Clicca qui per il testo completo della riflessione del Vescovo.