La gioia del vescovo di Carabayllo, mons. Lino Panizza, è esplosa nel giorno di Pasqua: l’area di “Lima Norte”, su cui incide la sua diocesi, avrà un nuovo impianto per la produzione di ossigeno di proprietà della stessa curia che permetterà di alleviare le sofferenze di una popolazione stremata dal Covid. «Sui media tutti dicono che siamo nel pieno della seconda ondata, ma a me sembra che la prima non è mai finita: la percentuale dei decessi è da sempre stabilmente sopra il 10 per cento e la zona a nord di Lima, dove ci troviamo, è tra le più colpite”, racconta don Ivan Manzoni, missionario fidei donum della Diocesi di Como al servizio della parrocchia di Fatima.

PERIFERIE SENZA FIATO
Ad un anno dall’inizio della pandemia e secondo i calcoli del Ministero della Salute, nel primo trimestre del 2021, il coronavirus ha provocato in Perù un aumento della domanda di ossigeno medicinale di 120 tonnellate al giorno. Quell’aumento della domanda, unito alla debolezza del sistema sanitario nazionale per la produzione e la distribuzione di ossigeno medico, ha causato l’inutile perdita di molte vite. Sempre i dati del Ministero rivelano come, degli oltre 400.000 casi registrati nella regione di Lima, 95.000 appartengono a Lima nord ovvero quasi un quarto delle infezioni totali. «La penuria di ossigeno – continua don Ivan – è uno dei problemi principali perché le risorse a disposizione sono sufficienti a coprire solo parzialmente il fabbisogno della zona. Nei mesi scorsi abbiamo assistito a scene davvero inimmaginabili: uomini e donne costretti in coda anche per tre giorni, davanti agli impianti o agli ospedali, per poter riempire anche solo parzialmente una bombola. Oppure pazienti ricoverati che dovevano farsi portare l’ossigeno dall’esterno perché gli ospedali erano senza».

Inutile sottolineare come, in queste condizioni, il tasso di mortalità sia rimasto terribilmente alto. Da qui la decisione della Diocesi di muoversi in prima persona promuovendo una raccolta fondi – del valore di 550 mila soles (circa 130 mila euro) – per la costruzione, su un terreno di proprietà della curia di un impianto da 15 mq che sarà capace, una volta a regime, di produrre 48 bombole al giorno, oltre mille in un mese, dando così una piccola ma significativa risposta ai bisogni dei quartieri più poveri. Un intervento tanto più importante se guardiamo ai dati della diffusione dei vaccini nel Paese: in tutto il Perù i dati dell’11 aprile 2021 evidenziavano una copertura della popolazione vaccinata pari all’1,2% con un totale di 1,05 milioni di dosi.

LIMA NORTE RESPIRA
La campagna si è intensificata nel corso della Quaresima con il coinvolgimento di tutte le parrocchie della Diocesi, di congregazioni e movimenti. «Abbiamo cercato di far passare il messaggio – continua don Ivan – che ogni contributo fosse importante, anzi decisivo, anche un solo soles. Da parte nostra, come missionari fidei donum, ci siamo sentiti chiamati in causa e, in accordo con il Centro missionario diocesano, abbiamo deciso di partecipare alla raccolta con un contributo di 13.500 euro». L’adesione alla raccolta fondi è stata tale che non solo è stata raggiunta la cifra necessaria per la realizzazione dell’impianto, ma è stata superata portando il contatore a 605 mila soles, circa 140 mila euro. «L’edificazione dell’impianto si realizzerà nel distretto di Indipendenza, uno dei più colpiti, – ha confermato ufficialmente mons. Panizza – e dovrebbe entrare in funzione per la fine di maggio. Ringraziamo per la dimostrazione di solidarietà e corresponsabilità moltissime persone: vescovi, sacerdoti, parrocchie, movimenti, congregazioni religiose e fedeli laici, tanto in Perù quando all’estero».