Padre Beniamino Gusmeroli ci scrive dal Centrafrica dove è parroco in una piccola comunità lungo il fiume Oubangui che bagna la capitale Bangui. Trovate la lettera completa sul numero 27 del Settimanale in uscita il 4 luglio.

Trentun anni di vita in Africa esattamente nella Repubblica Centrafricana; ho lavorato in tre missioni diverse. Ora sono a Bangui nella periferia della capitale, in una parrocchia di nuova fondazione: La parrocchia “Notre Dame de la Visitation”, affidata dal Cardinale Arcivescovo di Bangui alla Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram dalla fine del 2018. La Parrocchia è situata nel settore sud-ovest della capitale Bangui nel comune di Bimbo. La Parrocchia, oltre a gran parte del Comune di Bimbo, comprende 16 cappelle lungo il fiume Oubangui. Questa è un’area forestale. Quasi tutti i villaggi sono raggiungibili solo via fiume in piroga. Per raggiungere il villaggio più lontano ci vogliono sei ore di piroga in mezzo al panorama boschivo.

In sintonia con le opzioni di papa Francesco, che fa la scelta delle periferie come luoghi privilegiati della nostra missione, nella Parrocchia “Notre Dame de la Visitation” a Bimbo ci troviamo ad operare nelle periferie. Dal punto di vista geografico siamo alla periferia della capitale Bangui: quartieri formatisi per la maggior parte da sfollati della guerra del 2015 in cerca di un luogo sicuro dalle incursioni dei belligeranti, quindi situazioni sociali di estrema precarietà. Oltre alla posizione geografica, mi chiedo qui quali sono gli elementi caratterizzanti la “periferia” e quale è il nostro inserimento in questa realtà?

Periferie per noi qui è una realtà complessa: ogni anno, essendo la gran parte dei quartieri dislocati sulla riva del fiume Oubangui, durante le piogge subiamo gravi inondazioni che distruggono le povere case costruite in fango essiccato.

Periferia sono le condizioni climatiche che superano i 40 gradi e non c’è possibilità di proteggersi.

È la precarietà totale nella quale versa la maggior parte della popolazione.

È la situazione di insicurezza politica; è la mancanza di servizi fondamentali come acqua potabile, corrente elettrica e generale assenza dello stato.

Periferia qui è la mancanza di scuole adeguate alla preparazione dei bambini e dei giovani al loro domani. È la mancanza di strutture sanitarie adeguate: se hai i mezzi per pagarti le medicine o la sanità in generale puoi accedere alle cure se no torni a casa e speri solo in Dio. Periferia è la modernità selvaggia che invade, espropriando delle proprie radici e immettendo un miraggio di benessere irraggiungibile, l’arrangiarsi spesso sulle spalle degli altri. Insomma periferia è diminuzione del valore della vita, del proprio corpo, della dignità della persona.
Interessante è capire come le persone reagiscono a queste situazioni. La povertà è una maledizione, avere da provvedere alla propria vita e alla famiglia è una benedizione. Predicatori ambulanti, ciarlatani e guaritori improvvisati venditori di illusioni promettono benessere e salute con interventi miracolistici di dio: “otterrai ricchezza da qui a poco”.

Cerchiamo di condividere la situazione di periferia anche attraverso la nostra abitazione, sita in mezzo al quartiere con la gente ed esposta a tutte le insicurezze dei quartieri popolari. Le molteplici attività vanno nella direzione di creare solidarietà, vicinanza, aiuto nei vari settori: le numerose scuole dei bambini seguiti, i pozzi per l’acqua potabile, il sostegno alle ragazze madri, ai più poveri, ai contadini, ai giovani in generale attraverso iniziative pensate da loro e sostenute dalla parrocchia. La Visitazione di Maria che dona gioia ad Elisabetta permette di riconoscere l’Amore di Dio, radicarsi nel vero e immette nel cammino della solidarietà umana.

padre Beniamino Gusmeroli
Missionario Betharramita
originario di Tartano (So)