«Trafitti per amore, la Croce del Figlio e lo sguardo della Madre».

È questo il titolo del libro scritto a quattro mani per Àncora edizioni dal nostro don Roberto Seregni, missionario fidei donum nella Diocesi di Carabayllo, e da don Giuseppe Di Stefano, sacerdote della Diocesi di Messina. Una pubblicazione (96 pagine, 10 euro) uscita in concomitanza con l’inizio della quaresima e che, nelle scorse settimane, è arrivata nella classifica dei primi dieci libri di editoria religiosa più venduti in Italia.

«In questo piccolo libro, scritto a quattro mani con il carissimo don Giuseppe – spiega nell’introduzione don Roberto -, desideriamo accompagnarti nella contemplazione quaresimale della croce di Gesù. Nella prima parte, le meditazioni poetiche e graffianti di don Giuseppe ci aiutano, attraverso gli occhi di Maria e i suoi sette dolori, a contemplare con delicatezza e profondità la vita e la passione del Figlio. Nella seconda parte del libro ho provato a mettermi ai piedi della croce e a dialogare con il Signore ascoltando le sue ultime sette parole. Sono testi brevi e intensi, sgorgati dalla preghiera e dai rari momenti di silenzio della mia vita di prete missionario. L’ultima parte, scritta da don Giuseppe, è un’esplosione di vita nella gioia della Pasqua. Spero di cuore che questo libro possa accompagnarti nel tuo cammino quaresimale».

Ma come nasce questo legame tra due sacerdoti che sono originari di due diocesi agli estremi confini d’Italia?
«Ad essere sincero – ci racconta don Roberto – è una conoscenza nata grazie alla rete. Con don Giuseppe ci conosciamo da tempo, da quando mi contattò dicendomi che aveva utilizzato i commenti del libro “Vangeli in jeans” quando da giovane seminarista faceva apostolato nel carcere di Rebibbia. Conoscendoci e leggendo alcuni suoi testi poetici è nata l’idea di scrivere un libro insieme».
La nuova pubblicazione riprende i testi che don Roberto aveva scritto per il sussidio della Quaresima dello scorso anno relativo alle sette parole pronunciate da Gesù sulla Croce. Le amplia e le integra con le meditazioni di don Giuseppe sui sette dolori di Maria.
«I chiodi – conclude don Roberto – hanno trafitto le mani del Figlio e il cuore della Madre. Entrambi, trafitti per amore, hanno spalancato per ogni figlio e fratello le porte della vita. Entrambi, trafitti nel silenzio della passione, hanno incarnato il dolore e la passione di tutti i crocifissi della storia. Entrambi, trafitti ma non sconfitti, ci ricordano che l’amore ha vinto, vince e vincerà. Sempre».